Presepe gay, lesbo ed etero. Contro la discriminazione e il pregiudizio.

Questo presepe, ed il gruppo FaceBook ad esso associato, nasce per conoscere le tradizioni, condividerne il percorso storico e capirne le cause di radicamento e per contribuire a sostituire a queste vecchie credenze nuove e più inclusive culture.

Dopo l’esperienza di tre anni fa, Natale 2008, quando decisi di introdurre una coppia lesbica con figlio all’interno del presepe (Simona, Martha e il piccolo Marcello), quest’anno arricchisco il tema della lotta alle discriminazioni con una coppia gay (Luca, Raffaele e il piccolo Francesco).  Un presepe saffico ed uno gay, quindi, accanto a quello più tradizionale composto da Maria, Giuseppe e Gesù. Non vuole essere una provocazione ma solo uno stimolo alla riflessione ed alla condivisione.

Discriminate da una società omofoba, da una classe dirigente e politica che non riconosce diritti alla loro coppia e da una chiesa (ufficiale) che le condanna all’esclusione sociale, una coppia di donne lesbiche decide di far nascere il proprio bimbo, concepito con tecnica medicalmente assistita, in una grotta abbandonata.

Accanto a questa coppia la storia di Luca, Raffaele e del Piccolo Francesco. Due pastori che hanno deciso di adottare un piccolo orfano.

Tra i personaggi protagonisti del mio presepe: un ragazzo sieropositivo, un falegname che ha da poco perso il lavoro, una ragazza madre, una sarto transessuale, una prostituta e due gattini neri abbandonati per la strada a causa del pregiudizio nei confronti del colore del loro mantello.

Accanto a loro, in un’altra grotta, probabilmente in un altra epoca storica, nasce Gesù. Partorito da Maria grazie ad una tecnica di fecondazione spiritualmente assistita. Destinato ad una tragica fine che verrà ricordata e celebrata per secoli da gran parte dell’umanità.

Il termine presepe (o presepio) deriva dal latino praesaepe: mangiatoia.
Composto da prae = innanzi e saepes = recinto.
Per comprendere il significato originario del presepe, occorre chiarire la figura del lari (lares familiares), profondamente radicata nella cultura etrusca e latina.
I larii erano gli antenati defunti che, secondo le tradizioni romane, vegliavano sul buon andamento della famiglia. Ogni antenato veniva rappresentato con una statuetta, di terracotta o di cera, chiamata sigillum (da signum = segno, effigie, immagine).

Le statuette venivano collocate in apposite nicchie e, in particolari occasioni, onorate con l’accensione di una fiammella.
In prossimità del 20 dicembre si svolgeva la festa detta Sigillaria durante la quale i parenti si scambiavano in dono i sigilla dei familiari defunti durante l’anno.

In attesa della Sigillaria, il compito dei bimbi delle famiglie riunite nella casa patriarcale, era di lucidare le statuette e disporle, secondo la loro fantasia, in un piccolo recinto nel quale si rappresentava un ambiente bucolico in miniatura.
Dinnanzi al recinto del presepe, la famiglia si riuniva per invocare la protezione degli avi e lasciare ciotole con cibo e vino. Il mattino seguente, al posto delle ciotole, i bambini trovavano giocattoli e dolci, “portati” dai loro trapassati nonni e bisnonni.

Con l’Editto di Milano (noto anche come Editto di Costantino, Editto imperiale di tolleranza), editto promulgato nel 313 a nome di Costantino I che allora era imperatore d’Occidente, e Licinio, imperatore d’Oriente, per porre ufficialmente termine a tutte le persecuzioni religiose e proclamare la neutralità dell’Impero nei confronti di ogni fede, i cristiani cominciarono a non essere più perseguitati.

Dopo l’assunzione del potere nell’impero (IV secolo), in pochi secoli i cristiani tramutarono le feste tradizionali in feste cristiane, mantenendone i riti e le date, ma mutando i nomi ed i significati religiosi.
Solitamente questa locuzione viene usata per la ricostruzione tradizionale della natività di Gesù Cristo durante il periodo natalizio.

La tradizione, tutta italiana, del Presepe risale all’epoca di San Francesco d’Assisi che nel 1223 realizzò a Greccio la prima rappresentazione vivente della Natività.

Mauro Cioffari

Gruppo FaceBook:
http://www.facebook.com/group.php?gid=38070267843

Un commento

  1. Mamma mia, sono veramente delle persone feroci e cattive questi gay, ma per fortuna non hanno avuto il coraggio di arrivare fino all’estremo di offendere la Santa Vergine. Brutta gente, brutta gente, ma dobbiamo amarli, dobbiamo aiutarli

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