Roma 10/12/2011. Oggi a Roma, presso la sede della CGIL Roma e Lazio, si è tenuto un importante incontro di associazioni, di movimenti e di gruppi GLBTIQ provenienti da tutta Italia.
All’ordine del giorno l’organizzazione del prossimo Gay Pride Nazionale. I 45 Circoli Provinciali di Arcigay hanno proposto, attraverso il Presidente Nazionale Paolo Patanè, la città di Bologna come sede del prossimo Gay Pride per ragioni di tipo politico (attacco della Curia al Comune di Centro Sinistra che ha deciso di inserire nella Consulta delle famiglie anche associazioni gay e lesbiche) e di tipo strategico (a Bologna, che è facilmente raggiungibile da tutta Italia, Arcigay ha la propria sede nazionale e nel 2012 si festeggerà il trentennale della sua inaugurazione).
Una proposta alternativa, dignitosa ma minoritaria, proveniva da alcune associazioni abruzzesi che hanno invitato l’assemblea a scegliere L’Aquila come sede dove organizzare il Gay Pride Nazionale del 2012.
Un’assemblea, come spesso avviene nel Movimento GLBTIQ, dove il confronto, anche serrato, non è mancato.
Premesso che un Pride Nazionale, oggi, in Italia così come avviene nel resto del mondo, probabilmente non ha nemmeno senso di esistere, i fatti accaduti sono davvero gravi e meritano tutta la nostra attenzione:
Il Responsabile per i Diritti Civili di SEL Lazio, Guido Allegrezza, ha letto un documento dell’autonomia tematica Queer.SEL, di cui è portavoce (si faccia attenzione a non confondere questa con il Forum Queer di SEL), attraverso il quale, sostanzialmente, è polemicamente ed inopportunamente entrato a “gamba tesa” nel dibattito sostenendo l’opzione L’Aquila contro l’opzione Bologna.
Alcune domande sono sorte spontanee, al sottoscritto e ad altri simpatizzanti e militanti del nostro Partito, durante il resto della giornata:
– E’ opportuno che un Partito politico, invitato ad un’assemblea di associazioni, di gruppi e di movimenti GLBTIQ, pretenda di dettare la linea non avendo rispetto delle dinamiche interne al Movimento stesso?
– Sono consapevoli i Dirigenti politici di SEL che un suo rappresentante pretende di avere un ruolo egemone nel Movimento LGBTIQ pur non avendo rapporti di tipo “empatico” con i 4/5 dello stesso?
– E’ corretto che un Partito, piuttosto che “attraversare” e farsi “contaminare” dai movimenti ai quali partecipa si esponga per sostenere, in una “contesa” che dura da anni, una parte piuttosto che un’altra pretendendo di fare la sintesi?
– E’ utile, per un Partito come il nostro, cavalcare, a briglie sciolte, la divisione del Movimento GLBTIQ?
– A cosa serve e a chi serve alimentare polemiche continue contro Arcigay e contro il Circolo Mario Mieli?
– A chi giova definire, come ha fatto Allegrezza, a nome di SEL, i Gay Pride come un “cabaret berlinese anni ’30”?
– Non dovrebbe essere compito di un Partito quello di “intercettare” i bisogni dei cittadini, delle associazioni, dei gruppi e dei movimenti facendo una sana SINTESI?
Giro queste domande ai Diridenti di Sinistra Ecologia Libertà Lazio fiducioso nella loro risposta e nella speranza che, ascoltate le “parti”, sappiano offrire al Movimento GLBTIQ interlocutori più seri, meno rancorosi e più rispettosi dell’altrui lavoro.
Cordiali saluti,
Mauro Cioffari
militante di Sinistra Ecologia Libertà
Questo articolo esprime esattamente le perplessità che ho provato apprendendo i contenuti del discorso di Allegrezza, palesemente rancorosi e banali: sentire definire il Pride, che a Roma ha recentemente visto centinaia di migliaia di cittadini normalissimi e impegnati, “CABARET PARIGINO ANNI ’30” è profondamente grave. Tali affermazioni danno sfogo a pregiudizi e pericolosi luoghi comuni che, se non risiedono nella malafede, possiamo sospettare nascano da omofobia interiorizzata.
DOMANDA. Il Responsabile per i Diritti Civili di SEL Lazio, Guido Allegrezza, ha letto un documento dell’autonomia tematica Queer.SEL, di cui è portavoce (si faccia attenzione a non confondere questa con il Forum Queer di SEL), attraverso il quale, sostanzialmente, è polemicamente ed inopportunamente entrato a “gamba tesa” nel dibattito sostenendo l’opzione L’Aquila contro l’opzione Bologna.
RISPOSTA. Non sono intervenuto con la qualifica riportata impropriamente dal compagno Cioffari, ma in qualità di Coordinatore (pro tempore) del Circono Tematico Queer.SEL. Qualificare una riflessione ed un invito argomentato politicamente a dare a L’Aquila uno spazio di visibilità e di solidarietà, nello spirito e nell’intenzione di fare si che le forme diverse di discriminazione e di negazione dei diritti più elementari si riuniscano e di supportino a vicenda, non mi sembra entrare a gamba tesa. Credo che chiunque, anche un partito possa rivolgere appelli, proposte e riflessioni al movimento LGBTQI, che è libero (per fortuna) di valutare, pesare e decidere in piena autonomia.
DOMANDA. E’ opportuno che un Partito politico, invitato ad un’assemblea di associazioni, di gruppi e di movimenti GLBTIQ, pretenda di dettare la linea non avendo rispetto delle dinamiche interne al Movimento stesso?
RISPOSTA. Qualificare una proposta ed una riflessione politica, peraltro poste in un’assise chiamata a discutere apertamente e liberamente proprio di questi temi, come une pretesa di “dettare la linea”, mi sembra un’esagerazione strumentale, soprattutto perché la proposta ha origine all’interno del movimento stesso (si possono interrogare le persone dell’Aquila su questo punto) e dunque, nei fatti si è trattato non tanto di una proposta, quanto del sostegno morale alla candiatura dell’Aquila.
DOMANDA. Sono consapevoli i Dirigenti politici di SEL che un suo rappresentante pretende di avere un ruolo egemone nel Movimento LGBTIQ pur non avendo rapporti di tipo “empatico” con i 4/5 dello stesso?
RISPOSTA. L’affermazione è da respingere interamente. Nessuna egemonia di pretende: o la si ha o non la si ha. E’ del tutto evidente che né io la possieda, né intenda ricercarla. La proposta dell’Aquila che a nome del Circolo Queer.SEL ho sostenuto non è stata accolta. Però, proprio grazie alla discussione (animata invero) che è nata dal libero confronto fra le soggettività convenute, si è arrivati a conclusioni dell’assemblea del tutto fuori programma e che fanno ben sperare per la ripresa del movimento in Italia.
DOMANDA. E’ corretto che un Partito, piuttosto che “attraversare” e farsi “contaminare” dai movimenti ai quali partecipa si esponga per sostenere, in una “contesa” che dura da anni, una parte piuttosto che un’altra pretendendo di fare la sintesi?
RISPOSTA. Ritengo che, essendo il nostro – nonostante tutto – un Paese libero, possa essere considerato del tutto normale, lecito e salutare che un circolo di partito interessato proprio alle questioni LGBTQI porti in un ambito assembleare la propria visione ed i proprio argomenti. Per fortuna, il movimento è sufficientemente autonomo per fare le proprie sintesi e stabilire quali debbano essere le sue priorità, le sue pratiche ed i suoi obiettivi. Aggiungerei che invitare alla riflessione, portare una proposta o un contributo di analisi non debba essere sempre interpretato come una partigianeria. Spiace che questo sia un atteggiamento piuttosto diffuso, tanto da provocare gli stessi problemi dei quali pretende di lamentarsi.
DOMANDA. E’ utile, per un Partito come il nostro, cavalcare, a briglie sciolte, la divisione del Movimento GLBTIQ?
RISPOSTA. L’artificio retorico della parte per il tutto, anche in questo caso è da respingere con energia. Il fatto che si esprima un circolo, non signifca che si stia esprimendo un partito. Non si applica la proprietà transitiva. Infatti, ribadisco, SEL non sta “cavalcando a briglie sciolte la divisione del movimento LGBTQI”. Anzi, come mi è stato dato modo di precisare in una serie di interventi che ho fatto, SEL è perfettamente allineata alle principali rivendicazioni del movimento e, a livello nazionale, sta facendo le sue analisi e le sue riflessioni proprio sulle priorità da dare alla sua azione, il più possibile in sintonia con lo stesso movimento.
DOMANDA. A cosa serve e a chi serve alimentare polemiche continue contro Arcigay e contro il Circolo Mario Mieli?
RISPOSTA. Ognuno di noi è presente sulla scena con la sua storia e con le sue esperienza. Nella dinamica assembleare è del tutto normale che si possano avere dei battibecchi, ovvero che ci si possa stuzzicare. Ma questo non toglie che si abbia verso le persone con cui si discute stima e rispetto reciproco, pur nella diversità di opinioni. Credo che le mie parole in una serie di momenti in cui evidentemente il compagno Cioffari non era presente, possano essere testimoni non smentibili di questo, così come la stretta di mano e l’abbraccio che Paolo Patané ed io ci siamo scambiati al termine dei lavori.
DOMANDA. Non dovrebbe essere compito di un Partito quello di “intercettare” i bisogni dei cittadini, delle associazioni, dei gruppi e dei movimenti facendo una sana SINTESI?
RISPOSTA. Credo che la discussione che stiamo conducendo da mesi nell’ambito del forum nazionale di SEL dedicato ai diritti e alla cittadinanza stia testimoniando proprio questo. Stupisce che un compagno come Cioffari attento ed avvezzo alla pratica politica non ne abbia contezza.
DOMANDA. Giro queste domande ai Dirigenti di Sinistra Ecologia Libertà Lazio fiducioso nella loro risposta e nella speranza che, ascoltate le “parti”, sappiano offrire al Movimento GLBTIQ interlocutori più seri, meno rancorosi e più rispettosi dell’altrui lavoro.
RISPOSTA. Attendiamo le risposte.
Sarà l’ingenuità ma mi sembra che eravamo a due assemblee diverse. 🙂
Buongiorno Marco, non credo si tratti di ingenuità. Si tratta, secondo me, di “lettura” dei fatti. Ognuno di noi, partecipando all’iniziativa di Sabato scorso, ha prestato più attenzione ad alcuni aspetti piuttosto che ad altri.
Per quanto mi riguarda ritengo che le divisioni all’interno del Movimento GLBTIQ non siano insanabili ma ribadisco che lo spettacolo che alcuni hanno offerto, francamente, è poco edificante. Nei cori da stadio contro la Praitano e/o contro altri c’era poco di politico e molto di personale. Non si è parlato di strategia e di Movimento ma si è concentrata l’attenzione soprattutto sulle città dove ospitare il Pride Nazionale 2012.
In definitiva, secondo me, la “notizia” non è tanto la nascita di un Coordinamento Nazionale delle associazioni, dei gruppi e dei movimenti Queer, che ha lo scopo di decidere dove e quando fare il Pride.
La novità dell’incontro di Sabato è stata, secondo me, la riflessione sull’opportunità (o meno) di continuare a parlare di Pride Nazionale quando nel resto del mondo ciò non avviene. Il percorso di costituzione di un Coordinamento Nazionale è interessante, certo, ma altrettanto importante e degno di attenzione è la riflessione sul “feticcio” del Pride Nazionale.
Mi auguro che i dirigenti regionali di SEL rispondano, ma non lo hanno fatto in modo esauriente in passato, ho molti dubbi lo facciano adesso. SEL deve crescere ancora molto per essere la forza politica nuova che voleva essere quando è nata.
I comportamenti di Guido Allegrezza come esponente di SEL mettono continuamente in imbarazzo chi, come me, appartiene alla stessa formazione politica e da tanti anni collabora con il movimento e la comunità lgbtqi, imbarazzo cominciato con il Roma Pride 2010 organizzato dal suddetto insieme a due organizzazioni di destra su quattro e contro la maggior parte delle associazioni romane e italiane. Prima di questo episodio con altri compagne e compagni abbiamo provato a lavorare insieme ad Allegrezza ma le sue idee, il suo egemonismo, la sua voglia di protagonismo, la sua tendenza ad imporre i propri punti di vista in modo anche spregiudicato, hanno portato all’interruzione di ogni rapporto. Tutto questo non è facile da spiegare fuori da SEL e forse anche all’interno di SEL, ma non ci diamo per vinti e proviamo a farlo
Sarebbe molto interessante capire quando Guido Allegrezza è il coordinatore pro tempore del circolo tematico queer.sel e quando il responsabile diritti civili e umani Sel-Lazio. A giorni alterni? A settimane? Oppure quando prima di un intervento lo specifica? E se qualcuno non ascolta dall’inizio l’intervento? Durante l’ascolto deve cercare di indovinare? Si vince qualcosa?