Secondo il proverbio, i bambini sono la bocca della verità: spesso con il loro modo semplice di ragionare e di porre le domande mostrano a noi adulti quanti inutili problemi ci poniamo e in mezzo a quali pasticci ci andiamo a mettere convinti di essere nel giusto.
Una di queste bocche della verità ha preso carta e penna e ha scritto una lettera ai suoi connazionali chiedendo loro lumi sul matrimonio gay. L’autore è Carter Gustafson, “otto anni e tre quarti”, chee ha due mamme. Carter dice di aver parlato con le sue mamme e di essersi posto delle domande sul matrimonio gay, domande che rivolge ai suoi connazionali:
- Perché è importante se si tratta di una donna e una donna o di un uomo e una donna? Quale è la differenza?
- Se passa [il voto contro il matrimonio gay], noi saremo ancora una famiglia?
- Se sarà illegale, vuol dire che le mie mamme saranno arrestate? Questo è importante per me, perché io amo le mie mamme.
- Mi chiedo chi fa queste leggi che per me non hanno senso: per esempio, non è l’amore che forma una famiglia?
Domande semplici ma precise. Intenderanno quelli “che fanno le leggi” o diranno che si tratta solo di un lavaggio del cervello da parte delle donne lesbiche nei confronti di un bimbo di nemmeno nove anni?
Fonte: