
“Ottima cucina, personale educato ma distratto. 8 coppie in un ristorante. Solo una formata da 2 uomini. Stesso menù, stessi prezzi, diverso servizio. Perché alla coppia formata da due uomini la sera di San Valentino non viene servito l’aperitivo di benvenuto e non viene accesa la candelina al centro tavolo?”.
Questa la domanda che si sono fatti Mauro Cioffari e Davide Conte, attivisti del movimento LGBTQ+, uniti civilmente da più di 3 anni e conviventi da quasi 10, al termine di una buona cena consumata al ristorante indiano Gandhi di Roma.
Dopo la recensione pubblicata su TripAdvisor, in cui Cioffari attribuisce comunque 3 stelle (su 5) al servizio, al rapporto qualità prezzo e all’esperienza complessiva avuta, puntuali arrivano le scuse del ristoratore:

“Siamo terribilmente dispiaciuti per la svista, probabilmente i camerieri si devono essere distratti a causa dell’elevata affluenza della serata. Ci terremmo a chiarire che qui al Gandhi non è nostra intenzione discriminare coppie di alcun orientamento ed anzi supportiamo ogni forma di amore e che il nostro obiettivo resta quello di fornire il migliore servizio possibile. Inoltre apprezziamo il fatto che abbia portato alla nostra attenzione la questione e ci assicureremo che sviste del genere non accadano in futuro”.
Scuse accettate da Mauro Cioffari e Davide Conte.
“Alla soglia dei 50 anni”, dichiara Mauro Cioffari, “ho maturato una considerazione: le categorie discriminate non sono obbligate ad educare quelle privilegiate. Le categorie discriminate non sono obbligate a distruggere ogni singolo stereotipo che le riguarda e le danneggia. La vera liberazione passa anche dal non lasciarsi incatenare dall’idea di dover fare il lavoro culturale, emotivo, cognitivo e mentale altrui. Sono le categorie privilegiate a doversi educare per intraprendere il cammino di de-colonizzazione e di liberazione della propria mente dai pregiudizi, dalle discriminazioni e dall’odio frutto della loro ignoranza”.
“Il gesto del ristoratore dimostra sensibilità e attenzione ma dimostra anche”, conclude Cioffari, “che in una società etero normata, dove l’eterosessualità è la norma, e l’omosessualità non è considerata come un accadimento naturale da prevedere, il coming-out e la visibilità delle persone non eterosessuali, è un atto politico ancora necessario”.
