“Il giovane senza nome”. Capitolo 19.

“Il giovane senza nome”. Cap. 19

In esclusiva per GayRoma.it il romanzo di Lavinia Capogna ©

A mia madre

Capitolo 19

“E’ questo il mare ?”

“Si, Isabella”

Ella conosceva i fiumi ma non aveva mai visto il mare. Raggiunse la riva. Giovanni non la seguì e restò lontano, in piedi sulla sabbia. Non voleva rovinare la sua commozione, le sue impressioni, i suoi stati d’animo imponendole la sua compagnia.

A lungo Isabella passeggiò sulla riva, aspirò l’aria fresca e ristoratrice, lasciò che l’acqua salata le bagnasse i piedi scalzi, ammirò le onde.

Giovanni era stanchissimo, non aveva dormito la notte passata e si distese sulla sabbia tiepida per il calore del Sole. Forse fu questo stato a fargli acuire una profondissima nostalgia che fuggevolmente aveva provato altre volte: era come se quel momento che stava vivendo fosse già passato e scivolato nei labirinti della memoria. Lo stava vivendo eppure, in un certo qual modo, si era già concluso.

Isabella ritornò da Giovanni e si sedette sulla sabbia. Le era dispiaciuto che Giovanni non l’avesse accompagnata in questa scoperta del mare e chiese, con dolcezza:

“Che cosa vi succede, Giovanni ?”

Giovanni non rispose e aprì gli occhi.

“Nulla, Isabella”

“Non mentite, vi prego. Vedo bene che qualcosa vi ha mutato il volto”

Vi era tanta tenerezza in quella frase, nel modo come era espressa e tanta apprensione che Giovanni si sollevò e guardò Isabella. Non gli riusciva però di parlare.

“Amico diletto, vi sono tempi in cui la verità deve farsi largo”

“Quale verità ?”

“La vostra”

“La mia ? Che cosa sono io se non una creatura tra migliaia d’altre…”

“Ma solo voi, Giovanni, mi avete confortata nella mia solitudine, voi mi avete ascoltato, voi mi avete risposto, voi mi avete compreso, voi avete fatto svanire la donna dura ed arida che ero e avete fatto rinascere la fanciulla che fui.. .voi mi avete donato la fede, la speranza, la possibilità di realizzare il mio antico e mai sopito desio…” disse lentamente Isabella.

Giovanni tacque.

“Voi mi avete incoraggiata a cantare, a danzare, avete lodato i miei capelli”

Giovanni tacque.

“Voi avete lenito le ferite che un padre testardo mi inflisse, il dolore di un amore perduto, il gelo di quindici anni di una vita che non era la mia vita”

Giovanni ascoltò solo il battito intermittente del suo cuore.

“Sì, voi siete Giovanni una creatura tra migliaia d’altri, come lo sono io o Gutierrez ma solo voi avete fatto questo per me”

“Non dite di più , Isabella” disse a voce molto bassa Giovanni.

“Nessun uomo avrebbe fatto questo per me e non perché non vi siano uomini buoni come voi ma solo voi che siete una fanciulla lo avete fatto” 

“Voi sapete ?”

“Certo, Giovanni, il vostro aspetto ma ancor di più la vostra tenerezza mi rivelò chi siete. Anche se vi sono donne dure e spietate non meno di molti uomini…”

“Perdonate, Isabella, se vi ho celato la verità”

‘Io so, Giovanni, un’altra verità”

Giovanni comprese che cosa Isabella stava per dire e come un naufrago che stia per affogare trova il coraggio di farsi forza fino alla riva, in rapide bracciate dettate solo dalla volontà e dalla disperazione, guardò Isabella. Lo sguardo di lei era colmo di tenerezza e di comprensione. 

“So che mi amate” disse arrossendo Isabella “Ma non sono io Colei che il Cielo vi destinò, Giovanni. Ho cercato nell’animo mio ma l’amore che ho per voi è quello di una sorella —e null’altro. Avrei voluto, credetemi, perché mi siete caro come solo Matteo L’Alchimista lo è ma non trovo altro affetto”

Giovanni arrossì.

Isabella gli accarezzò lievemente i capelli.

 “Vi ringrazio per le vostre parole” mormorò Giovanni “Il Cielo non volle destinarmi Amore “

“Voi errate, Giovanni ” rispose Isabella.

INDICE:

CAPITOLO 1

CAPITOLO 2

CAPITOLO 3

CAPITOLO 4

CAPITOLO 5

CAPITOLO 6

CAPITOLO 7

CAPITOLO 8

CAPITOLO 9

CAPITOLO 10

CAPITOLO 11

CAPITOLO 12

CAPITOLO 13

CAPITOLO 14

CAPITOLO 15

CAPITOLO 16

CAPITOLO 17

CAPITOLO 18

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