Vendola, lo sposo a sinistra “Stavolta sui diritti puntiamo alto”.

“Ho 54 anni e rivendico la volontà di sposarmi con il mio compagno”. Ieri il leader di Sinistra Ecologia e Libertà Nichi Vendola lo ha detto davanti alla platea democratica della festa di Reggio Emilia.

Con lui c’era Rosy Bindi, contraria però ai matrimoni gay. Unioni civili sì, ma non di più. Ne è nato un piccolo dibattito che oggi ha investito tutto il centrosinistra. Vendola da otto anni convive con Eddy Testa, 35 anni, canadese, grafico ed esperto di comunicazione e design.

Presidente perché vuole sposarsi? Da dove nasce questo desiderio?

“Ho usato me per parlare di un desiderio diffuso di esercizio pieno dei diritti di cittadinanza. Ho una relazione stabile da molti anni e l’idea di matrimonio come legame, promessa, progetto che si costruisce anche di fronte alla propria comunità di parenti e amici mi piace e appartiene alla mia storia. Non capisco perché debba sentirmi in una condizione precaria o di nascondimento. Alle persone gay oggi viene impedito non solo il matrimonio, ma addirittura il riconoscimento dei diritti”.

Scusi, ma il suo compagno è d’accordo nel volerla sposare?

(ride, ndr) “Questa domanda contiene già la risposta… Faccio fatica a parlare per nome e per conto dell’altra persona, anche quando parlo di me lo faccio con una certa forzatura. Quando il dito indica la luna però non bisogna parlare del dito ma della luna. Io e il mio amore siamo il dito, la luna è la civiltà dei diritti uguali per tutti”.

Ma la voglia e l’esigenza di suggellare formalmente il rapporto d’amore con il suo compagno attraverso il matrimonio è nata ultimamente?

“È un desiderio cresciuto negli anni e che accompagna un progetto di vita”.

In passato lei disse che le sarebbe piaciuto diventare padre: è ancora di questa idea?

“La genitorialità è una delle esperienze più forti e importanti dell’esistenza umana. Esperienza a volte vissuta con superficialità. Credo che bisognerebbe ricostruire il ruolo di responsabilità di chi mette al mondo dei figli. Naturalmente amo infinitamente i bambini, ho dedicato sempre molto tempo ai miei nipoti, e sono felice di continuare a farlo”.

Lei è anche cattolico e se vogliamo dirla tutta la Bibbia non usa parole tenere nei confronti degli omosessuali. Come coniuga la fede con la lotta politica a favore dei matrimoni gay?

“C’è un dibattito in corso fra teologi su certi passi dell’Antico Testamento, a volte utilizzati per fomentare l’omofobia. Non sono teologo, ma il mio cristianesimo è quello di chi non brandisce i testi sacri per giustificare le proprie scelte. Credo che il messaggio più bello della buona novella sia quello dell’amore senza misura che fa del cristianesimo un messaggio di accoglienza sconfinata dell’umanità”.

Comunque la Bindi dice che se si vogliono istituzionalizzare i matrimoni tra persone dello stesso sesso bisogna cambiare la Costituzione. È così?

“Si tratta di un finto problema. I costituzionalisti hanno opinioni divergenti, ma non mi pare che la questione sia vitale. Se si può cambiare la Costituzione per inserire il pareggio di bilancio, se si può scrivere in Costituzione il ripudio del keynesismo, allora si può certamente aggiungere l’evoluzione del costume e dei diritti di tutti e di tutte”.

Dica la verità, non è che sta alzando la posta in gioco per riuscire ad ottenere almeno le unioni civili una volta al governo?

“Finora abbassando la posta in gioco non abbiamo ottenuto niente. Avendo storicamente sempre volato basso anche su questi argomenti, siamo rimasti gli ultimi in Europa”.

Due giorni fa il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, ha ribadito che al governo il Pd andrà con Sel e con l’Udc. Quindi eventualmente finirete per discuterne anche con Rocco Buttiglione. Come farete?

“Dubito che il piacere della conversazione con Buttiglione possa realizzarsi in una coalizione di governo. E poi lo stesso Fassina scrive delle cose radicalmente incompatibili con la strategia dell’Udc, la quale propugna la bontà delle ricette liberiste. Stiamo su piattaforme completamente diverse, stiamo su campi politici e culturali lontani “.

Dopo le sue parole sono partiti i primi distinguo nello stesso Pd, oltre alla Bindi con la quale ha già discusso ieri. E il Pd è un suo alleato. Qual è la soluzione?

“Ribadisco che con la logica del ribasso abbiamo uno standard di diritti civili da repubblica islamica, perché abbiamo rinunciato a una battaglia di principio. Invece voglio poter dire anche in Italia che abbiamo diritti interi e non a metà. Il nostro elettorato, quello di sinistra, la pensa così in stragrande maggioranza. Sono più avanti di noi ed è a loro che dobbiamo parlare”.

C’è un collegamento tra diritti civili e diritti sociali?

“Certo, c’è una forte correlazione. Il diritto al lavoro è un diritto di libertà. Il diritto a non essere licenziato se non vi è una giusta causa è un diritto di libertà. Credo che questa libertà che mette insieme diritti sociali e civili sia la cartina di tornasole per capire se siamo un Paese moderno o meno. Noi non lo siamo, e tra coloro che hanno impedito questa modernizzazione c’è anche Casini”.

Se potesse scegliere, col suo compagno dove si sposerebbe? In Comune o in chiesa?

“Preferisco non rispondere (ride di nuovo, ndr) Diciamo che se il matrimonio è appunto un contratto di amore che si assume in società è bene farlo con una certa solennità”.

Se riuscirà a sposarsi, che fine farà la fede che porta al dito, quella con cui aveva “sposato” il popolo pugliese?

“Quella resta, il sentimento per la Puglia e i pugliesi è una relazione extraconiugale…”

Un’ultima cosa: il suo compagno è canadese e in Canada i matrimoni gay esistono dal 2005. Se in Italia non verranno istituzionalizzati, andrà a sposarsi laggiù?

“Non ci ho ancora pensato sinceramente. Ma mi piacerebbe farlo nella mia terra”.

Fonte: La Repubblica del 4 settembre 2012 di Matteo Pucciarelli

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